SCANDALOSI LEGAMI - DECIMA PUNTATA
– Credimi, Giorgia… se lo lasci
perdere è meglio! Quell’uomo non ti merita – Diana prese un sorso della sua
birra, fissando l’amica negli occhi. Ancora non capiva perché perdesse il suo tempo
dietro a quell’idiota. Giorgia era bella, simpatica… avrebbe potuto avere altri
mille uomini ai suoi piedi.
– La fai facile tu. Sei abituata a contare
solo su te stessa. Da quanto tempo non ospiti un uomo nel tuo letto?
Diana quasi si strozzò. Cominciò a
tossire sputacchiando, gli occhi che le lacrimavano per lo sforzo. Avrebbe
voluto rispondere che proprio quello stesso pomeriggio ne aveva avuto uno per
le mani. Be’, non proprio in un letto… ma un divano contava ugualmente, no?
Arrossì al pensiero dell’orgasmo da urlo che l’aveva travolta e alle dita di
Sartori che si muovevano dentro di lei. Una vampata di calore l’avvolse e
dovette fare uno sforzo tremendo per ritrovare la voce. – E questo che c’entra?
Giorgia la fissò con condiscendenza,
ficcandosi in bocca un’oliva – C’entra
eccome! Dovresti imparare a lasciarti andare ogni tanto. Altrimenti ti
verranno le ragnatele.
– Sciocchezze! Ho un ottimo rapporto col
mio vibratore, sai? Dovresti provare. È poco rumoroso, non sporca e soprattutto
non pretende che io cucini, lavi e stiri per lui.
La sua amica pareva scettica e non poteva
darle torto. In realtà, lei stessa non credeva alle proprie parole. Non dopo
quello che era successo con Sartori. Giorgia sorseggiò il suo Martini e le
lanciò un’altra occhiata dubbiosa. – Be’, non sai che ti perdi. Vale la pena
sopportare qualche sacrificio, pur di avere il pene palpitante di un uomo fra
le gambe.
Giorgia le strizzò l’occhio e lei arrossì.
Come erano arrivate a quel punto? Ah, sì… parlando di quello stronzo di Fulvio.
Meglio riportare la discussione su un terreno meno pericoloso. – A ogni modo,
dovresti cominciare a frequentare altri uomini. Fulvio è un parassita.
– Lo so, lo so… è che non ci riesco a
rinunciare a lui. È come un’ossessione!
– Be’, liberati di questa ossessione
allora!
Diana stava cominciando a spazientirsi,
quando il suo cellulare si mise a suonare senza sosta. Infilò una mano nella
borsa e lo afferrò. – Pronto?
La voce calda e sensuale di Sartori la
investì. – Ciao, Diana.
– Oh, ciao. Come sta Viola? – Si augurò di
apparire tranquilla e pacata, ma in realtà il cuore le stava ballando una samba
sfrenata nel petto, mentre il suo viso assumeva un ridicolo color ciliegia.
– Bene. Non si è fatta nulla di serio. Solo un taglietto di poca importanza e un ginocchio sbucciato.
Diana tirò un sospiro di sollievo. – Meno
male. Ero così preoccupata! A proposito, grazie per aver chiamato. Non eri
obbligato a farlo.
Dall’altro lato si udì un lieve sospiro. –
Diana, io… mi dispiace di essere corso via così all’improvviso e proprio sul
più bello.
– Scherzi? Tua figlia ha avuto un incidente!
È naturale che tu sia andato da lei.
– A ogni modo, sono terribilmente
dispiaciuto. Permettimi di rimediare.
Il cuore adesso prese a batterle nelle
costole. – Rimediare? E come?
– Passa la notte con me.
A Diana quasi prese un colpo. Dovette
inspirare, prima di riuscire a rispondere. E quando lo fece la sua voce era
ridotta a un sussurro. – Non posso.
– Non puoi o non vuoi?
– Non posso e sai anche il perché.
– Diana…
– Senti, oggi è stato molto bello… ma non
si deve ripetere. Mai più.
Anche se non riusciva a
vederlo, Diana percepì la frustrazione di Andrea. Era anche un po’ la sua,
sebbene si rendesse conto di aver fatto la scelta migliore. Era meglio
scordarsi di lui e del suo fascino magnetico. La vita avrebbe ripreso il suo
corso naturale e lei non avrebbe rischiato di incasinarsi in una relazione
pericolosa.
Ma allora perché faceva così male? Sentiva
un peso nel petto che le rendeva difficile respirare.
– Se pensi che io mi arrenda così
facilmente, non mi conosci affatto – fu la risposta secca di Sartori. Poi la
comunicazione si interruppe, lasciandole addosso una forte inquietudine.
– Chi era? – chiese Giorgia, inarcando un
sopracciglio color mogano.
Diana roteò gli occhi. – Un amico.
La risatina maliziosa che seguì quasi la
irritò. – Hai una storia e te la vuoi tenere per te? Non è così che ci si
comporta fra amiche.
– Non ho nessuna storia! – sbottò, sempre
più nervosa. – E poi non stavamo parlando di Fulvio?
Giorgia la studiò da sotto le ciglia
abbassate. Anche uno stupido avrebbe capito che non le credeva per niente, ma
non le importava. Non aveva alcuna intenzione di parlarle di Andrea. Mai e poi
mai.
* * *
Viola era nella sua stanza e
ascoltava assente il chiacchiericcio incessante della sua amica Daniela. Non avrebbe
dovuto confessarle i sentimenti che provava per Jacopo, questo era poco ma
sicuro. Aveva capito che era stata una pessima idea non appena le parole le
erano uscite di bocca e l’aveva vista sgranare gli occhi.
– Devi assolutamente fare qualcosa! –
sbottò Daniela all’improvviso, destandola dalle sue elucubrazioni.
– Qualcosa come andarmi a nascondere?
La vide roteare gli occhi e appollaiarsi
sulla sua scrivania come se niente fosse. – No. Qualcosa del tipo convincerlo a
fare sesso con te. Non puoi arrivare vergine all’università!
Per Daniela non aver mai fatto sesso con
qualcuno equivaleva ad aver commesso un crimine punibile col carcere a vita. Lei si
era buttata fra le braccia del primo ragazzo con cui era uscita, in seconda
superiore. Le aveva raccontato che non era stato un granché, ma che era stata
ben felice di averlo fatto e di essersi liberata della grave onta della
verginità. Naturalmente Viola non condivideva affatto le sue opinioni. Era una
ragazza all’antica: credeva nel vero amore e desiderava lasciarsi andare solo
una volta incontrata la persona giusta.
Scosse la testa disgustata. – Dani, stiamo
parlando del nostro insegnante di inglese!
– Appunto. Un uomo adulto, con una buona
dose di esperienza. Praticamente perfetto. E poi hai ammesso che ti piace.
Viola scoppiò in una risata sarcastica. –
Come se questo risolvesse tutto. Per lui non esisto neppure!
– Perché ti vede ancora come una bambina.
E tu di certo non lo aiuti in questo, lasciatelo dire.
Viola corrugò la fronte. – In che senso?
– Dovresti smettere di indossare jeans e
maglioni larghi, a lezione. Non possiedi qualcosa di più sexy? – Daniela scese
all’istante dalla scrivania e si infilò nel suo armadio, passando in rassegna i
suoi vestiti. Tirò fuori una maglietta elasticizzata dalla scollatura
prodigiosa e una minigonna di velluto. – Ecco, questi sono perfetti!
A Viola quasi non mancò il respiro. – Stai
scherzando? Non posso andare a scuola vestita in quel modo – In realtà, non
avrebbe indossato quella roba neppure in un locale notturno. Semplicemente non
era il tipo. Ma Daniela si mostrò irremovibile. Le lanciò uno sguardo torvo del
tipo: non provarci neppure e la
convinse.
– Credimi – le sussurrò poco dopo, un
sorriso birichino a incurvarle le labbra. – Non appena ti vedrà con questi, la
smetterà di considerarti una bambina. Tutto quello che vorrà sarà infilarsi
nelle tue mutandine. Gli uomini non resistono a un bel paio di tette e a gambe
lunghe come le tue.
Viola nutriva forti dubbi in proposito. Ma
in fondo cosa aveva da perdere?
Etichette: erotico, New Adult, Romanzi a puntate
3 Commenti:
Che bello, ce l'hai fatta a postare un'altra puntata bella corposa e così presto!
L'interazione tra Andrea e Diana è proprio interessante, mi piace molto l'idea che lei gli dia del bel filo da torcere, a quel presuntuoso arrogante... Mi raccomando Diana, fallo stare un bel po' sulla graticola!
Invece, spero molto nella dolcezza di Jacopo nei confronti di Viola... in fondo sarà il suo primo amore...
Sìiiiiii bellissima sorpresa! Sono pienamente d'accordo con Eva fallo penare basta con queste donne che non capisco più niente appena vedono un paio di pantaloni. Sono una grandissima lettrice di tutte le ff ma devo dire che alla fine viene a noia leggere sempre le stesse cose. Aspetto con ansia il prossimo capitolo
Grazie, ragazze! Spero di non deludervi! :-)
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